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r.i.p. jake...
John Adam Belushi nasce a Chicago il 24 gennaio 1949, dal padre albanese Adam e dalla madre Agnes.
Diplomatosi nel 1967 alla Wheaton Central High School nell’Illinois, con 90kg di peso distribuiti in 175 cm di altezza diviene noto come ”Killer Belushi” nel circuito scolastico del football, sport in cui eccelle nel ruolo di linebaker . Eccelle anche in simpatia e popolarità e a scuola spopola con l’imitazione di un consigliere nazista. E’ così che attrae e conosce Judy Jacklin Pisano, sua nuova fidanzata e sua futura moglie. Rifiuta una borsa di studio per il football dalla Western Illinois, sceglie la Illinois Wesleyan da cui è rifiutato, opta quindi per la University of Wisconsin, dove resta fino all’estate del 1968; l’abbandona infine per il College of Dupage, dove consegue una laurea breve nel 1970.
Nel 1971, a soli 22 anni, è il più giovane attore della celeberrima compagnia comica ‘Second City’ di Chicago, per diventarne, nell’arco di circa un anno e mezzo, la principale attrazione: le sue improvvisazioni sono fulminanti e la sua galleria di personaggi spazia da Amleto al sindaco Daley di Chicago fino a una vera e propria replica, per quanto esilarante, di Joe Cocker. E’ il periodo durante il quale, al pari di molti suoi coetanei di quell’epoca, comincia a fare uso di droghe, passando con disinvoltura dall’LSD alle amfetamine alla marijuana.
Alla fine del 1972 viene ingaggiato da, Tony Hendra, direttore del National Lampoon Magazine, in “Lemming’s”, uno spettacolo di spoofing: Belushi vola a New York, dove incontra tra gli altri Chevy Chase, e la sua parodia di Joe Cocker lo consegna alla celebrità, prima sul piano underground, poi a livelli sempre più elevati e mainstream. Durante una visita a Toronto per salutare gli amici di Second City che si trovano là in tour, conosce Dan Aykroyd: è amicizia a prima vista ma, per impegni precedentemente assunti, Aykroyd deve rifiutare l’ingaggio di John al National Lampoon. Ma i due sono destinati a rincontrarsi presto, e stavolta in TV.
Nel 1975, il produttore Lorne Michaels viene ingaggiato dalla NBC per realizzare un programma in terza serata il sabato sera. Ottenuto il permesso di produrlo rigorosamente dal vivo, Michaels si appresta a dare vita a uno show leggendario, il “Saturday Night Live”, per il quale ingaggia una serie di comici emergenti: Chevy Chase, Dan Aykroyd, Gilda Radner... L’opzione Belushi è immediatamente sulla bocca di tutti e un riluttante Michaels, preoccupato per gli eccessi di John, viene infine convinto a concedergli un’audizione. Intabarrato in una vecchia vestaglia e con i capelli acconciati in uno chignon, scimitarra in mano, Belushi si esibisce nel suo nuovo personaggio, un samurai giapponese muto, capace solo di emettere grugniti e di dialogare con il linguaggio del corpo. Audizione passata, tra le risate convulsive dei presenti. Belushi firma il suo contratto con la NBC l’11 ottobre 1975, giusto 15 minuti prima del debutto. Sfonda al terzo episodio, condotto in studio da Rob Reiner, il quale annuncia al pubblico un superospite da Londra, una rockstar. Belushi-Cocker sale sul palco e si impossessa una volta per sempre del SNL, che per quattro stagioni arricchirà di gag impareggiabili, impersonando a turno il King Bee, il Samurai, Beethoven-Ray Charles, il Capitano Kirk di Star Trek, Hulk, Vito Corleone e molti altri personaggi esilaranti.
Il 22 aprile 1978 Paul Shaffer, dagli schermi della NBC, annuncia una nuova band, capitanata da tale Jake e dal fratello muto Elwood: i Blues Brothers. E’ l’inizio di una nuova fase della carriera di John, stavolta a fianco dell’amico Dan Aykroyd, e l’inizio della fine dell’avventura al SNL, che terminerà nel settembre 1979.
Tra un impegno e l’altro dei Blues Brothers, la carriera cinematografica di John Belushi prende il posto di quella televisiva. E prende il volo.
Nell’estate 1977 Belushi incontra tale John Landis, un giovane regista noto solo per il suo film-parodia d’esordio “The Kentucky Fried Movie”. Landis cerca un attore adatto alla parte di Bluto Blutarsky per il film “National Lampoon’s Animal House”, la storia di una confraternita universitaria molto sui generis, la Delta ”Animal House, in guerra contro la società, il sistema, il preside e il buon gusto. Landis, peraltro, ha ricevuto dalla Universal un preciso ultimatum: “Prendi Belushi per fare Bluto, o il film salta”. John firma per 35.000 dollari; a Dan Aykroyd viene offerta la parte di D-Day, il motociclista fanatico, ma rifiuta per dedicarsi alla scrittura di un soggetto suo. Prima che inizino le riprese, Belushi viene ingaggiato anche per “Going South”, di e con Jack Nicholson. “Animal House” viene girato nel campus della University of Oregon, a Eugene, in 30 giorni; Landis aggiusta il copione su Bluto e taglia molte parti parlate a John, in modo che usi appieno la sua mimica facciale. La prima del film ha luogo il 28 luglio 1978, e John Belushi diventa una superstar.
John Belushi, oltre a prestare la voce nel film di animazione di Picha “Tarzoon la vergogna della Jungla” (1975), reciterà complessivamente in sette film: “Animal House” (1978), “Verso Sud” (1978, il western “Going South” di Jack Nicholson), “1941” (1979, “1941 Allarme a Hollywood”, uno dei rari flop di Steven Spielberg, esilarante commedia demenziale che racconta l’attesa isterica dei Californiani per il nuovo attacco giapponese dopo Pearl Harbour), “Old boyfriends” (1979, “Il compagno di scuola”, diretto da Joan Tewksbury, in cui recita accanto a Keith Carradine e Talia Shire), “The Blues Brothers” (1980, di John Landis su soggetto del regista e di Dan Aykroyd, co-protagonista), “Continental divide” (1981, “Chiamami aquila”, diretto da Michael Apted, in cui John è Ernie Souchak, reporter del Chicago Sun Times, a fianco di Blair Brown) e “Neighbours” (1981, “I vicini di casa”, con Dan Aykroyd).
“The Blues Brothers” è un successo mondiale e diventa un cult. La colonna sonora rende celebre anche fuori dagli Stati Uniti la band ( qui la discografia essenziale ), della quale Belushi è il cantante. Nel film, che restituisce lustro e popolarità ai generi blues e soul, recitano tra gli altri anche James Brown, Ray Charles, Cab Calloway e Aretha Franklyn.
Dal febbraio 1982 John Belushi alloggia allo Chateau Marmont, sul Sunset Strip di Los Angeles: nell’hotel di culto tra le star hollywoodiane negli anni ’80 occupa il bungalow nr. 3. Sta lavorando ad un copione, “Noble rot” (un riadattamento di “Sweet deception”), scritto e rimaneggiato ormai da un anno insieme a Don Novello. E’ una commedia romantica ambientata nelle ‘winery’ californiane, ma Belushi incontra continue difficoltà a farlo approvare dalla Universal, che non lo ritiene all’altezza e vorrebbe, invece, che John recitasse in “The joy of sex” di Penny Marshall. Dan Aykroyd, dal canto suo, lo vorrebbe in “Ghostbusters”, che sta terminando di scrivere con Harold Ramis. Belushi è fuori controllo: la sua vita è dominata dall’ossessione per il ruolo di Johnny Glorioso in “Noble rot”, dal nuovo amore per il punk rock (in particolare per la band locale dei Fear) e, soprattutto, per le droghe, di cui da mesi fa ormai un uso sempre più smodato. Le sue notti sono infinite e la scena losangelena offre mille opzioni, spesso e soprattutto tra il Rainbow e il Roxy, due club sulla cresta dell’onda.
La notte del 5 marzo al bungalow 3 ci sono i soliti numerosi ospiti. Verso l’alba gli amici Robert DeNiro e Robin Williams vanno a casa; resta, invece, Cathy Smith, una corista tossicodipendente, fidanzata di Gordon Lightfoot e vecchia conoscenza di John. Da tre giorni, dopo avere deciso di spingersi là dove non aveva mai osato – l’eroina – un Belushi proverbialmente traumatizzato dagli aghi si fa preparare da Cathy Smith micidiali ‘speedball’, un misto tra cocaina (di cui l’attore è un consumatore smodato da anni) e eroina. Nel frattempo Dan Aykroyd, informato della situazione fuori controllo, sta per arrivare sulla West Coast per portarsi via l’amico e provare a salvarlo da una sorte che pare già scritta. Cathy Smith lascia, a sua detta, John Belushi sdraiato sul pavimento che russa quando, il mattino presto, esce dal Marmont con l’auto dell’amico per fare un giro. Quando più tardi Bill Wallace, personal trainer dell’attore, arriva per i consueti esercizi del suo cliente, lo trova riverso ed esanime. A nulla valgono i tentativi di praticargli la respirazione bocca a bocca.
Il 9 marzo John viene sepolto nel cimitero Abel’s Hill sull’isola di Martha’s Vineyard. Il corteo funebre è condotto da Dan Aykroyd, in giubbotto di pelle near e motocicletta; James Taylor canta “That lonesome road”. L’11 marzo una funzione funebre a New York vede presenti un migliaio di amici, colleghi, parenti e fans di John presso la cattedrale di Saint John Divine. Dan Aykroyd sfodera un registratore e suona a tutto volume “2000-pound bee”, vecchio pezzo dei Ventures. Era una promessa che i due amici si erano scambiati: chi fosse sopravvissuto l’avrebbe suonata al funerale di quello che sarebbe morto per primo. Gli astanti scoppiano a ridere.
fonte: http://www.rockol.it/biografia/John-Belushi
domenica 3 marzo 2013
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